IMPORTANZA DELLA MATURAZIONE DEL POLLINE. IL POLLINE APPENA RACCOLTO DALLE API E’ LO STESSO DI QUELLO CONSERVATO NEL NIDO?
L’importanza di un buon nutrimento, è un aspetto molto importante per l’equilibrio della famiglia di api ed è di grande aiuto per evitare cicli di infezioni e di conseguenza possibili collassi (Iori, 17 Gennaio 2014).
La carenza di polline per esempio comporta un cattivo sviluppo delle larve ed una difficoltà nella gestione dell’alveare da parte delle api operaie, in quanto riduce lo sviluppo dei muscoli necessari per mantenere la giusta temperatura della covata.
C’è un altro aspetto molto importante da prendere in considerazione ed è L’ASPETTO LEGATO ALLA TRASFORMAZIONE DEL POLLINE IN ALIMENTO DA PARTE DELLE API.
Nel 2008, Olofsson ed altri autori hanno evidenziato dodici differenti tipi di lattobacilli nell'intestino delle api, che le stesse si trasmettono l’una con l’altra tramite la trofallassi ovvero lo scambio di cibo.
In analogia con i microrganismi presenti nel nostro apparato digerente, sappiamo, che essi sono utili alla assimilazione del cibo.
In modo analogo i lattobacilli partecipano alla trasformazione del polline in alimento.
La conversione di polline in alimento è un processo dinamico.
Il processo inizia quando la bottinatrice rientra nell'arnia e ripone il polline nelle celle sotto forma di 'palline'. Successivamente viene aggiunto del nettare da altre api operaie e per circa 12 ore il polline conterrà un ampio numero di microrganismi. Infatti mentre l'ape operaia aggiunge il nettare essa trasferisce lattobacilli dal suo stomaco al polline.
il PH del polline diventa più acido e inizia di conseguenza la fermentazione, che dura 15 giorni. Dopo sei settimane sono presenti un gran numero di microrganismi. Questi microrganismi sono essenziali per la prevenzione della diffusione di malattie nella famiglia.
I microrganismi risultano quindi un elemento, che dà forza e salute alla famiglia.
Fig.1
La sequenza della trasformazione del polline in alimento completo. Nella prima cella viene deposto il polline, successivamente il nettare; con l’aggiunta di lattobacilli inizia la fermentazione, terza cella e nell’ultima cella, la crescita di funghi, muffe, batteri ed al microbi, che aiutano la produzione di enzimi, vitamine e antimicrobici, producendo l’alimento finale di cui si nutre la famiglia (Iori, 17 Gennaio 2014) .
L'AMBIENTE PUÒ MODIFICARE QUESTO PROCESSO?
Come è stato visto, la crescita dei microrganismi in una famiglia è strettamente correlata al polline e al nettare.
Se il polline è contaminato da fungicidi, pesticidi e antibiotici usati spesso in agricoltura per le colture dei frutti (mele, pere etc.. ), il processo sopra descritto non si sviluppa in modo completo e si viene ad avere un alimento di scarse proprietà nutritive.
GLI ACIDI ORGANICI, USATI PER LA LOTTA ALLA VARROA POSSONO ALTERARE LA TRASFORMAZIONE DEL POLLINE?
L'acido formico e l’acido ossalico>7u> hanno, come noto, la funzione di essere antimicrobica e quindi la crescita dei funghi durante la trasformazione del polline viene rallentata portando anche in questo caso a una riduzione della qualità dell'alimento finale.
LO SCIROPPO PUO’ ALTERARE LA QUALITA’ DEL POLLINE?
In modo analogo si è riscontrato, che la crescita dei microrganismi nel polline, si riduce del 15% anche quando si fa uso in grande quantità di sciroppo.
Lo sciroppo di mais ad alto contenuto di fruttosio può incidere sulla crescita dei funghi simbionti a seconda di come esso è prodotto (Yoder et al. 2008).
Quindi per mantenere l'equilibrio della famiglia è utile usare alimentazione supplementare (polline raccolto durante la stagione) solo se necessario, oppure usare alimentazione, che non viene immagazzinata nelle celle e non va ad alterare la composizione dei microrganismi presente nel cibo immagazzinato.
A mio avviso è importante, che l’apicoltore sia sempre più consapevole su come utilizzare acaricidi, come quando e quanto utilizzare i nutrimenti zuccherini e proteici, non che sull'importanza delle corrette pratiche apistiche e pratiche agricole, che inevitabilmente coinvolgono tutta la comunità agricola in toto.
Rispettare gli insetti impollinatori significa anche maggiore produttività agricola!!!
Sarà sempre più necessario intraprendere un percorso verso una conduzione apistica e di pari passo agricola più rispettosa dei protagonisti, che le rendono vive.
A cura di
Stefano Trovò